Osservatorio Astronomico "Apollo"

 
Triggiano. Coordinate astronomiche: latit.Nord 41° 05' 39'' long.Est 16° 55' 01'', quota 70m s.l.m.
 
Nato per hobby, l'Osservatorio Astronomico Apollo di Nicola Settanni riveste oggi un ruolo indispensabile, come conferma il Presidente dell'Associazione Astrofili Baresi "GUIDO HORN D'ARTURO" Giuseppe Zuccalà e come scrive il mensile spaziale "Nuovo Orione" secondo cui la Puglia risulta essere al secondo posto in Italia per numero di osservatori, dopo il Piemonte.
 
L'associazione barese astrofili, infatti, pur facendo riferimento agli osservatorio di Acquaviva ed Andria, ha sviluppato un particolare rapporto con quello di Triggiano.
 

L'Osservatorio è intermante costruito "a mano" dallo stesso Nicola Settanni, avvantaggiato dalla maestria nella lavorazione metalmeccanica artigianale riconosciutagli. Si tratta di una cupola termoisolata dal diametro di 3m costruita in ferro e vetroresina agganciata ad un perimetro alto 120cm, mentre un sistema di carrucole a contrasto, montate con cuscinetti a sfera, su quattro punti diversi, le consentono una corretta rotazione. La cupola sormonta una struttura reticolare portante in acciaio alta 3m, che raccoglie la scala che permette l'accesso ad una tipica botola a pavimento. L'apertura dell'Osservatorio avviene attraverso due portelloni motorizzati che scorrono opposti su binari esterni. Notevoli gli espedienti costruttivi per la piastra tripodica d'appoggio dei telescopi, attraverso un sistema di tiranti che eliminano l'effetto "diapason" causato dall'elasticità del metallo. 
 
L'Osservatorio Apollo nell'eseguire i suoi programmi di ricerca bruciò sul tempo il telescopio spaziale orbitante "Hubble" eseguendo in anticipo le foto della cometa "HALE - BOPP"
 
      
 
SCAPHEN
 
Risale a duemila anni fa l'ingegnosa realizzazione di un orologio solare di questo tipo; fu infatti l'architteto romano Vitruvio a descrivere la sua funzionalità.
 
E' poi significativo che un prototipo così maestoso di quel tipo di orologio si trovi presso una scuola (la Scuola Media "Di Zonno"), cioè lì dove, con lo studio, si realizza la continuità culturale e storica della civiltà.
 
Di questa realizzazione di Nicola Settanni, che forse è la più grande al mondo, non risultando nulla di paragonabile, si interessò la Sezione di Ricerca Quadranti Solari dell'Unione Astrofili Italiani nel 1994 quando Giuseppe Zuccalà illustrò studi e calcoli nel corso del VI Seminario Nazionale di Gnomonica.
 
Se leggete i libri antichi o le enciclopedie, oppure andate in un museo d'arte romana, troverete gli originali di questi "SCAPHEN" a testimoniare che viene da lontano.
 
E questo legame di continuità col passato il messaggio che leggo quando guardo incantato questo grandioso strumento.
 
Francesco Azzarita
Direttore Sezione Quadranti Solari U.A.I.
 
 
 
L'opera ricalca un modello tra i più antichi strumenti solari, lo "Scaphen", la cui prima trattazione teorica si trova nella famosissima opera "De Architettura" di Vitruvio (II sec a.C.).
 
Il principio costruttivo è quello di realizzare un modello "al negativo" del movimento del Sole sulla sfera celeste. Infatti, attraverso l'ombra proiettata dalla punta di uno stilo posto al centro di una cavità conica con asse rivolto al polo, i movimenti del Sole si riproducono simmetrici rispetto a quelli assunti sulla volta celeste locale.
 
Tagliando poi la cavità conica con un piano parallelo all'orizzonte e passante per la punta dello stilo, si ha anche una precisa indicazione dei punti (azimut) di levata e di tramonto del Sole, oltre che dell'ora in cui questi movimenti avvengono.
 
Gli archi di cerchio che il Sole percorre durante la giornata nei vari periodi dell'anno si traducono in altrettanti archi di circonferenza all'interno dello strumento, così da fungere da calendario.
 
E' noto il culto della perfezione del bello che i Greci antichi avevano e il fatto che l'immagine della divina bellezza e della simmetria fosse rappresentato dal cerchio e dalla sfera.
 
In questo strumento si racchiudevano innumerevoli simbologie cosmiche oltre al fatto che esso stesso rappresentava un modello efficacissimo dell'universo antico, ed è perciò che esso stesso ebbe un gran valore pedagogico oltre che funzionale.
 
Sono stati certamente questi i motivi che hanno fatto sì che lo Scaphen abbia conosciuto fino all'anno Mille un enorme diffusione in tutto il mondo allora conosciuto, ad opera dei Greci prima, dei Romani dopo, ed infine da parte della cultura araba.
 
La funzione dello strumento era quasi sempre pubblica: generalmente posto su colonne ben visibili, fungeva da orolgio e calendario per l'intera cittadinanza.
 
Nel caso di questa moderna ricostruzione, le modalità progettuali e costruttive partono da presupposti assolutamente nuovi: invece di scavare ("Scaphen" in greco significa "scavato") un blocco di marmo o pietra che sia, l'orologio è stato realizzato mediante calcoli matematici per superfici piane, consentendone l'alleggerimento della struttura e la realizzazione in dimensioni monumentali (si consideri che i modelli finora esistenti hanno dimensioni massime di 50-60cm).
 
Sono questi i principi ed i criteri costruttivi ed i suoi contentuti storici nell'insieme a dare a questo strumento un valore altissimo a livello didattico e pedagogico, soprattutto per la capacità di sintesi d'informazione scientifico-filosofiche, oltre a quelle specificamente metematico-astronomiche.

Giuseppe Zuccalà
Presidente Associazione Astrofili Baresi

Nicola Settanni
Direttore dell'Osservatorio Astronomico Apollo