A ricordo del disastro ferroviario del 30 ottobre 1927 e dell’eroismo di due triggianesi, scoperta una lapide nella stazione FSE di Triggiano



 

Comune di Triggiano
CITTA’ METROPOLITANA DI BARI
Assessorato alla Cultura, Pubblica Istruzione e Politiche Sociali

 

 Comunicato stampa

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Triggiano –
Una lapide a ricordo del disastro ferroviario che si verificò nel lontano 30 ottobre 1927 presso l’attuale stazione delle Ferrovie del Sud Est (FSE) di Triggiano, è stata scoperta nei giorni scorsi, in occasione dell’88° anniversario dell’evento. Alla manifestazione, promossa dall’AISAF (Associazione ionico salentina amici delle ferrovie) in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del comune di Triggiano, che ha fornito patrocinio e contributo finanziario, sono intervenuti il sindaco Vincenzo Denicolò, l’assessore e la responsabile del servizio Cultura, Piero Caringella e Tonia Caldarulo, i consiglieri comunali Michele Cascarano e Vito Procaccio, il delegato AISAF di Bari, Dario De Simone, il direttore dell’Esercizio delle FSE, ing Giuseppe Formica, i parroci di S. Maria Veterana e del SS. Crocifisso, don Antonio Bonerba e don Michele Camassa. All’evento è intervenuta anche la fanfara della SMS “De Amicis-Dizonno” guidata dai docenti Aldo Bucci e Nico Marzovilla. Nella lapide, ubicata sulla parete sud della stazione, sul vialetto di ingresso, in particolare viene ricordato il tragico evento che non assunse dimensioni ancora più gravi (ci furono nove vittime e 145 feriti per la gran parte provenienti da Noci) grazie all’atto di eroismo di due triggianesi, Michele Campobasso di Vito e Vito Giannelli fu Giuseppe, che sprezzanti del pericolo, nonostante il rischio della esplosione della caldaia della locomotiva a vapore, portarono in salvo numerosi feriti che giacevano nelle carrozze disastrate dall’impatto tra i due treni. L’evento si verificò in occasione del 5° anniversario della marcia su Roma. La mattina del 30 ottobre 1927 era in programma a Bari una delle tante adunate del regime fasciste. Lo scontro di vedute e conflitto di competenze tra il capo stazione dell’epoca Nicola Donatone e il segretario politico del Fascio di Triggiano, Alessando Manzionna,   circa l’aggiunta di due carrozze al treno per Bari per consentire ai tanti triggianesi recatesi in stazione per partecipare all’adunata nel capoluogo,  fece si che nella concitazione  ci si dimenticasse di esporre il segnale rosso al treno speciale, sempre per suddetto evento, che proveniva da Locorotondo. L’impatto fu inevitabile anche perché l’ingresso nella stazione di Triggiano, ancora oggi, è posto subito dopo un curvone, e a nulla poterono il celere azionamento dei freni e il controvapore alla locomotiva dato dal macchinista  Potere del treno che sopraggiungeva. L’impatto fu inevitabile e tragico. Come detto, vi furono nove vittime e 145 feriti.  L’evento ricordato e la dinamica dello stesso sono rilevabili dalle comunicazioni al Prefetto effettuate dalla Legione territoriale dei Carabinieri di Bari e dall’Ispettorato generale delle ferrovie – Circolo di Bari nei giorni successivi al disastro.

Triggiano, 13 novembre 2015
L’Assessorato alla Cultura

 

 

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